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UN PROGETTO A QUATTRO MANI

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La squadra di Toma&Tomi si prende un giorno di pausa, ma è una vacanza apparente perché si va a conoscere un nuovo progetto alle porte di Trento.

Tutti gli amanti del buon vino conoscono la tradizione a la filosofia dell’azienda agricola Foradori, a Mezzolombardo vicino a Trento. Elisabetta ci aspetta per parlarci assieme ad Irene, giovane e simpaticissima Casara, del loro progetto.

Affiancare al vino una piccola di produzione di formaggi naturali  a latte crudo, utilizzando il latte di 7 vacche di razza grigio alpina, razza di montagna, scelta volta a preservare il territorio e i luoghi dove la famiglia Foradori produce vino.  Alessia, Armi, Gina, Marizka, Neri, Selma e Marilù  pascolano per 6 mesi l’anno nelle vigne di Fontanasanta e mangiano in aggiunta lo straordinario fieno del Monte Baldo durante l’estate.

La simpatia di Irene ci ha subito impressionato, il suo racconto e l’amore per il suo lavoro, ci ha spiegato le diverse tecniche di produzione e di stagionatura dei formaggi, la scelta del latte crudo, la difesa del territorio montano. Irene era in partenza pronta a trasferire di li ad una settimana le vacche in malga per tutta l’estate; le caratteristiche organolettiche del latte estivo munto in alpeggio garantiscono una produzione di formaggio di altissima qualità.

La visita al piccolo caseificio si è conclusa con una interessante degustazione dei formaggi #aquattromani abbinati ad un fresco Manzoni Bianco, Foradori naturalmente.

Grazie Elisabetta e grazie Irene,  i formaggi assaggiati li trovate da Toma&Tomi. Loanna

CUBETTI DI QUARTIROLO FRITTI

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La bella stagione si avvicina e presto speriamo di poterci ritrovare per pranzi e cene in compagnia. Ecco un’idea per un aperitivo goloso a base di formaggio Quartirolo. Il nome deriva dal termine ‘quartirola’, con cui in passato si chiamava l’ultimo taglio. dell’erba tagliata prima dell’inverno, il “quarto taglio” appunto. Ma veniamo alla ricetta.
Tagliate il formaggio a cubetti di circa 3 cm di lato senza togliere la crosta.
Passare i cubetti nell’uovo sbattuto, poi nel pane grattugiato e infine nella farina gialla.
Friggere i cubetti impanati nell’olio di semi di mais o arachidi, fino a che non si sarà formata una crosticina dorata.
Servire caldi e buon appetito!

TOMA&TOMI AL MERCATO

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Il 7 marzo abbiamo inziato una nuova avvetura, mesi di preparativi e finalmente si apre il secondo punto vendita. Dopo 7 anni dall’apertura della bottega di Carpi, Toma&Tomi approda al mercato coperto di Modena. E non sono sola, ad accettare la sfida c’è Stefano al mio fianco; decidiamo assieme di aggiungere alla selezione di formaggi anche i salumi, scegliendoli con la stessa filosofia con cui scelgo e seleziono i formaggi da proporvi.

L’adrenalina, l’agitazione, la stanchezza li ho provati tutti assieme e distintamente, assieme al desiderio di far bene in una piazza nuova e sconosciuta. Il mercato è una realtà diversa e unica comparato alla bottega e questo lo si percepisce fin da subito. Non abbiamo ahimè avuto il tempo di acquisirne consapevolezza.

Dopo una settimana è accaduto ciò che tutti conosciamo, ciò che stiamo tutt’ora vivendo. La chiusura totale, gli inviti a restare a casa e le spese a domicilio. Non ci siamo persi d’animo, io e Stefano abbiamo organizzato il lavoro quotidiano tra Modena e Carpi per consegnarvi la spesa.

E di questo vi ringraziamo, ci avete dato fiducia nonostante il momento di forte difficoltà, per alcuni economica, per altri emotiva. Ci avete chiamato e permesso di “entrare” nelle vostre case e di “affacciarci” alla vostra quotidianità. Quando alla sera gli occhi si chiudono per la stanchezza mi capita di pensare agli sguardi che ho incrociato nel corso della giornata e solo per un attimo ho avuto la presunzione di capire le difficoltà che in questi giorni sta affrontando il personale sanitario, di ogni livello e specializzazione. Per sette anni, nella mia precedente vita professionale, li vedevo all’opera quasi quotidianamente e per questo rinnovo loro il mio grazie.

Noi (io e Stefano) non facciamo nulla di speciale, siamo comunque fortunati. Continueremo a garantirivi il servizio a domicilio, con piacere e attenzione e con la speranza di tornare al più presto alla quotidiana normalità. Grazie, #restiamoacasa

NEL CUORE DELLA SICILIA

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Ero a Bra, Cheese 2019, invitata a tenere una degustazione di panini con formaggi “soprannaturali” nell’ambito di un progetto/percorso del gusto curato da iSAGE e Università di Macerata. Ho scelto il pane e gli abbinamenti dopo aver ascoltato con attenzione le caratterisitche dei formaggi da utilizzare e le storie dei produttori. Uno di questi mi ha colpito per la sua schiettezza, solarità. Ve lo presento: si chiama Luca, vive in Sicilia, per la precisione a San Cataldo, in provincia di Caltanissetta.

Aiutato dal figlio che sta finendo l’isitituito agrario, alleva capre e pecore in un territorio dove i terreni sono stati confiscati alla mafia e dove poco più di sette anni fa, ha deciso di fare il pastore, allevando animali e di produrre formaggio. Come mi ha detto più volte nel corso della nostra chiacchierata, non serve molto: “ latte crudo da agricoltura biologica, niente starter né fermenti ma solo latte fresco, un po’ di caglio e il sale. Fiorisce in casera e dopo un mese lo mettiamo in vendita. Il formaggio naturale è il frutto di animali ben tenuti al pascolo, munti due volte al giorno, e di un latte ben trattato che conserva tutti gli odori, i profumi e i sapori di quella giornata specifica”.

Non c’è altro da aggiungere, quando ho assaggiato il suo pecorino, ho chiuso gli occhi e mi sono tornati alla mente, profumi e sapori di Sicilia, una terra piena di contraddizioni, ma meravigliosa, ricca di cultura, di storia, di tradizioni e di gente come Luca e la sua famiglia.

Il pecorino e il formaggio di capra di Luca lo trovate da Toma&Tomi. Loanna

LA MIA ESTATE DI MALGA IN MALGA

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Ho pensato alla strada percorsa durante la mia vacanza nelle Dolomiti solo quando mio marito mi ha comunicato i km camminati in 15 giorni, 150 oltre ai 100 pedalati. Ogni giorno il pecorso scelto apparentemente sembra semplice e uguale a se stesso come può accadere in montagna, una salita e una discesa e ancora una salita. Ogni sera pensando alla giornata trascorsa, mi ricredevo; paesaggi e malghe diverse con tramonti sempre sconvolgenti. Ho conosciuto e chiacchierato con persone che ogni giorno portano avanti una vita di lavoro e sacrificio, dediti alla cura degli animali, alla produzione di formaggio e a preservare il territorio in cui vivono. Ho apprezzato la vita facile che conduco in pianura e portato a casa profumi e prodotti per i miei clienti. Di mattino presto si partiva con lo zaino vuoto che tornava pieno di formaggio alla sera, come resistere? Impossibile. Il sentiero del latte, da Valles a Malga Fane – 1739 mt, ti porta ad un villaggio fiabesco fatto di fienili, una piccola chiesa e tre rifugi. Durante il periodo estivo in un paio di casette in legno si produce formaggio con il latte di mucche al pascolo nei dintorni del villaggio. Abbiamo percorso il sentiero in circa un’ora e mezza per arrivare alle malghe e dopo un lauto pranzo, siamo scesi alla base felici e con tanto formaggio in spalla… un po’ meno felice era chi l’ha dovuto portare a valle! Mi è stato chiesto a volte chi me lo fa fare, per me è un piacere, è la parte entusiasmante del mio lavoro che non finisce quando la bottega chiude, che continua nella mente anche in vacanza.Chi ha assaggiato i miei formaggi, lo sa. Loanna

IL MONTEBORE E LA VITA IN CASCINA

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L’ Azienda agricola si trova all’estremo confine sud-orientale della Comunità Montana “Terre del Giarolo” nel Comune di Stazzano.  La Cascina è già menzionata nel Catasto Napoleonico, è immersa nel verde delle colline piemontesi. Da circa 11 anni si dedicano alla produzione di salumi e formaggi. In particolare un formaggio attira la mia attenzione, il Montebore.

E’ un formaggio antico, la prima citazione accertata risale ad un cartario medioevale del 1153: «iuraverunt illi de Montebore dare ad Ramolivam proximam ex terris Marchionis Malespini robiolinas centum» (quelli di Montèbore giurarono di dare alla vicina Ramoliva, proprietà del Marchese Malaspina, cento robioline).
Tra le testimonianze successive, alla fine del Quattrocento è l’unico formaggio presente nella famosa ed importante citazione del “celebre formaggio di Tortona” nelle cronache delle celebrazioni nuziali per l’unione tra Isabella di Aragona e Gian Galeazzo Sforza, figlio del Duca di Milano. Matrimonio organizzato a Tortona nel 1489 da un cerimoniere d’eccezione: Leonardo da Vinci. Questa storia illustre prosegue e arriva a fine Ottocento, quando Aristide Arzano – animatore delle vita culturale e sociale tortonese – cita i robiolini freschi di Montèbore.
Nella prima metà del XX secolo se ne producono ogni anno circa 1200 chili, poi la guerra spopola queste colline e le produzioni legate all’agricoltura iniziano a decadere scomparendo quasi del tutto in coincidenza della fine dell’evento bellico e con la ” fuga ” verso la pianura e le aree più industrializzate.

Il Montebore è prodotto con circa il 70% di latte bovino delle razze da latte allevate al pascolo sul territorio (sono quindi ammesse tutte le razze italiane più diffuse dall’Appennino alle Alpi), 30% di latte ovino delle razze anch’esse allevate al pascolo e più diffuse sul territorio; sono possibili anche tracce (fino al 5%) di latte di capra, come nella tradizione storica di questi pascoli. L’assaggio di Montebore denuncia il gusto del latte ovino, anche se la percentuale di latte di pecora non supera mai il 30%, ma la caratteristica che lo rende irriproducibile altrove, è il profumo di timo.

SFORMATO DI POLENTA GIALLA CON SALVA CREMASCO

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E’ arrivato l’autunno e l’ora della polenta in cucina. Quando la si cucina morbida con carne o formaggio, spesso ne rimane e non si mai come recuperarla. Ecco una idea per utilizzare la polenta rimasta con un formaggio della tradizione lombarda, il Salva Cremasco.
Lo sformato è per sei persone. Per cucinarlo dovete tritare grossolanamente una costa di sedano verde, e farlo appassire con un filo d’olio e qualche rametto di rosmarino, salare e pepare a piacimento. Poi unite 20 gr. di gherigli di noce tritati. In un’altra padella fate soffriggere uno spicchio di aglio tritato, un mazzetto di prezzemolo tritato con olio e 15 gr di burro; quando pronto il soffritto insaporitevi la polenta rimasta mescolandola bene. A questo punto prendete uno stampo grande o sei stampini da forno, come preferite, imburrateli e rivestite la base e le pareti con fette spesse di polenta. Riempite la cavità centrale con il sedano, i gherigli di noce e il salva cremasco tagliato a dadini. Coprite con la polenta e mettete in forno a 180-190° per 20 minuti circa. Prima di sfornare decorate con qualche gheriglio di noce abbrustolite con il grill del forno. Decorate in file con il formaggio tagliato a lamelle. Buon appetito!

PENNE DI GRAGNANO BIO CON FETA E DATTERINI

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Una pasta facile e leggera per chi anche d’estate non rinuncia al primo piatto. Io ho usato delle penne rigate di Gragnano. Cuocete le penne in acqua salata e intanto scaldate in padella due cucchiai di olio extra vergine di oliva. Io ho usato “olio e olive” ottenuto dalla frangitura di olive e basilico di Coppini Arte Olearia. Buttateci i datterini tagliati a metà (8 datterini a testa euna manciata di olive verdi a rondelle, lasciate appassire per un paio di minuti. Sbriciolate la feta; io uso una feta stagionata su legno di faccio che vendo in bottega. (circa 50 gr a persona)
Scolate la pasta, condite con i pomodorini e olive e terminate con la feta sbriciolata.
Buon appetito!!

CAVATELLI ALLA CAPRESE

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Si comincia con le paste fredde, comode e gustose quando ci si trova in compagnia di amici. Eccovi una versione saporita. Sminuzzate in una ciotola 4 acciughe con un cucchiaio di olio di oliva, aggiungete 1 cucchiaio di capperi tagliati, 50 gr. di olive di buona qualità (nere o anche verdi se le preferite). Tagliate a pezzetti o in due solamente dei pomodori datterini rossi (sono già buoni quelli siciliani), aggiungeteli alla preparazione con una abbondante spruzzata di origano secco e la buccia di 1 limone grattugiato. Per ultimo tagliatevi 5 o 6 foglie di basilico e 300 gr di mozzarella di Andria di buona qualità. Infine completate con olio extra vergine, rimestando il tutto. Gli ingredienti sono semplici e devono essere di ottima qualità.
Cuocete 400 gr. di cavatelli (o orecchiette se le preferite) e … buon appetito!

GNOCCHI DI PATATE CON MELANZANE E FORMAGGIO PRIMO SALE

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Questi gnocchi sono gustosissimi e riprendono la tradizione siciliana di usare il formaggio primosale in cucina. Lavate la melanzana, quindi mondatela e tagliatela a cubetti. Prendete una padella e scaldate dell’olio extravergine di oliva, dopo di che mettete a rosolare lo spicchio d’aglio, mezzo peperoncino sminuzzato e i tocchetti di melanzana. Fate andare per 20 minuti circa e se avete manualità fatele saltare di tanto in tanto. Unite ora la passata di pomodoro (buona!) e lasciate cuocere per altri 10 minuti, al termine dei quali unite il basilico.  Nel frattempo, mettete a cuocere gli gnocchi di patate; quando sono pronti, scolateli e conditeli con il sugo preparato aggiungendo il formaggio primosale tagliato a cubetti. A differenza della mozzarella non fila, ma garantisce un sapore fresco e decisamente estivo. Buon appetito!