

Questi gnocchi sono gustosissimi e riprendono la tradizione siciliana di usare il formaggio primosale in cucina. Lavate la melanzana, quindi mondatela e tagliatela a cubetti. Prendete una padella e scaldate dell’olio extravergine di oliva, dopo di che mettete a rosolare lo spicchio d’aglio, mezzo peperoncino sminuzzato e i tocchetti di melanzana. Fate andare per 20 minuti circa e se avete manualità fatele saltare di tanto in tanto. Unite ora la passata di pomodoro (buona!) e lasciate cuocere per altri 10 minuti, al termine dei quali unite il basilico. Nel frattempo, mettete a cuocere gli gnocchi di patate; quando sono pronti, scolateli e conditeli con il sugo preparato aggiungendo il formaggio primosale tagliato a cubetti. A differenza della mozzarella non fila, ma garantisce un sapore fresco e decisamente estivo. Buon appetito!
Se avete voglia di preparare le tagliatelle in casa impastate metà e metà farina bianca e farina di castagne.
La crema si prepara velocemente, dovete sciogliere a bagnomaria, intanto che le tagliatelle sono in pentola,
500 gr di un buon Roquefort con 200 ml di panna liquida che vi aiuterà a non far rapprendere la salsa.
Scolate le tagliatelle, aggiungete la salsa e buon appetito. Ingredienti proposti per 6 persone.
Lo sapevate che.. il roquefort ha tempi di maturazione diversi, da due fino a otto mesi. Toma&Tomi propone una selezione con 8 mesi di stagionatura.
Un’altra sorpresa si aggiunge quest’anno. Mi chiama Daniela, giornalista; sta scrivendo un articolo sulla tradizione della mostarda e sull’impiego in cucina. Rimango un po’ sorpresa vi confesso, ma ben felice chiacchieriamo su come abbinarla ai formaggi ed ad altri piatti della tradizione.
Le mie radici mantovane si risvegliano e la ringrazio per aver pensato a Toma&Tomi.
Grande soddisfazione per il servizio che il mensile di cucina Sale e Pepe ha dedicato a Toma&Tomi.
A giugno mi chiama Marina, giornalista della rivista, chiedendomi se ero interessata a spiegare ai lettori qualche ricetta non complessa che avesse il formaggio come protagonista, che le lettrici potessero replicare a casa. Detto… fatto!
In un caldo pomeriggio di giugno mi ri-trovo a Milano in una “cucina fotografica”, come l’ho definita, a cucinare passo a passo e a farmi fotografare. E’ stata un’esperienza nuova e molto molto divertente.
Nel numero di settembre Toma&Tomi e i suoi formaggi protagonisti in cucina.
Grazie a Sale&Pepe e a Marina Cella.
Una torta salata, o quiche alla francese, per gustare il formaggio Comté. Una ricetta facile da preparare anche la sera prima. Per 4 persone lavare e cuocere 500 gr. di spinacino o di erbe di campo. Pulire un porro privandolo delle radichette e della parte verde e tagliarlo a fettine. Rosolare in una pentola con un po’ d’olio, per circa 5 minuti. Aggiungere gli spinacini, un pizzico di sale, pepe e una grattatina di noce moscata. Proseguire la cottura fino a quando gli spinacini sono appassiti e l’acqua di cottura evaporata (circa 7-8 minuti). Mettere da parte e lasciare raffreddare. In una ciotola, sbattere due uova, insaporirle con una grattatina di noce moscata e unire un vasetto da 125 gr. di yogurt bianco, due cucchiai di parmigiano grattugiato e 1/2 pera tagliata a piccoli dadini. Mescolare il composto, aggiungendo anche gli spinacini. Tagliare a dadini il formaggio Comté, 130 gr.
Foderare uno stampo a cerniera con la pasta brisée. Distribuire sul fondo il formaggio preparato e sopra il composto di yogurt, uova e spinacini. Guarnire con una piccola pera tagliata a spicchi.
Cuocere la torta in forno preriscaldato a 190° per circa 25-30 minuti, fino a quando sarà dorata. Lasciare raffreddare un po’, tagliatela a fette e servite.
Tutto sommato parto per una escursione vicino a casa, ma appena fuori Verona mi rendo conto come il paesaggio stia cambiando velocemente. Curve e tornanti come sulle Dolomiti, ma in realtà mi trovo sui monti Lessini a nord di Verona. Basta un’ora di macchina, la temperatura scende di 10 gradi, il cielo è terso e ti consente di vedere tutta la vallata. Le curve valgono la scoperta e l’assaggio del Monteveronese di Malga, presidio slow food. Il Monteveronese prodotto con latte d’alpeggio è stato recuperato nell’ultimo decennio. Sono poche le malghe da latte, ma quelle rimaste forniscono a pochissimi caseifici, la materia prima per continuare la produzione di questo straordinario formaggio che si presta benissimo alle lunghe stagionature. Ne ho scovate un paio di forme di oltre 30 mesi, quelle di malga le riconosci dalla M marchiata sullo scalzo; aspettiamo settembre e poi le apriamo.
Questa volta ero in giro per la nostra regione ma alla ricerca di vino, per precisione di Ortrugo, il vino frizzante recuperato da un antico vitigno dei colli piacentini.
Stavo rientrando alla base quando tra Piacenza e Parma, ho dovuto fare una sosta non programmata.
Sto parlando di un azienda agricola di circa 200 capre ai piedi della collina piacentina. Lavorano a crudo latte di capra da circa due anni e con tanto amore e passione mi illustrano come hanno iniziato, le fatiche, gli insuccessi dei primi tentativi e l’orgoglio della selezione di formaggi che riescono a produrre oggi.
Pochi formaggi, tecnica francese, cagliate lattiche che esaltano le caratteristiche del latte di capra. Stanno sperimentando anche qualche stagionatura medio-lunga per formaggella e stracchino di capra.
L’azienda promette molto bene, certamente l’esperienza cementerà la passione e l’amore già evidente per questo mondo. Toma&Tomi rientra alla base soddisfatta di questa bella scoperta, NON a mani vuote.